Paura del buio, paura dei mostri, del temporale, degli animali, del dottore…
Un lungo (e vasto) elenco che coinvolge, pur se in misura diversa, tutti i bambini.
I neonati e i bambini sotto i 2 anni si spaventano facilmente per motivi che a noi possono sembrare sciocchi.
Tuttavia è molto importante che i genitori non sottovalutino queste fonti di paura e imparino a rassicurarli nel modo corretto.
Ma cosa sono “le paure”?
Le paure sono emozioni ed esperienze che ogni bambino vive. Sono anche reazioni fisiche e psichiche utilissime. La paura è un meccanismo di difesa che mette in stato di allarme l’organismo quando ci troviamo di fronte a qualcosa che sentiamo pericoloso o non conosciamo. Per questo, la risposta conseguente alla paura, può essere l’attacco o la fuga. Il fatto che le paure siano, poi, reazioni istintive fa sì che spesso non possano essere spiegate.
La paura del buio è sicuramente tra quelle più comuni, e condivisa da molti bambini, ma il repertorio dei timori infantili è comunque assai vasto. I bimbi così piccoli non hanno infatti la capacità di rielaborare la realtà e ciò che si verifica intorno a loro. È dunque importante che i genitori, oltre a tranquillizzarli, si soffermino a spiegarglielo.
Le paure maggiormente diffuse tra i neonati e i bimbi fino ai 2 anni sono essenzialmente tre e appartengono al mondo “reale”.
Paura delle persone estranee
La prima persona con cui un neonato instaura un contatto e un rapporto è la sua mamma. E, chiunque non lo sia, può inizialmente incutergli timore. È consigliabile dunque, che l’arrivo di qualcuno di nuovo accanto al neonato sia un passaggio graduale, e sempre mediato dalla presenza di mamma e papà. Bisogna rispettare i tempi di adattamento del proprio bimbo: non costringetelo ad un contatto diretto con persone con le quali non si sente al sicuro. Si abituerà poco per volta. I genitori devono comunque continuare a rassicurarlo sul fatto che loro sono lì con lui, e non c’è nulla di cui aver paura.
Paura dei rumori forti
I bimbi molto piccoli non sopportano rumori forti e improvvisi di cui non riescono a identificare la fonte. Non riuscendo a capire cosa sia a provocare quel suono, lo associano a qualcosa di terribilmente brutto che sta per capitargli. Prova ad avvertirlo, quando possibile, spiegandogli che l’aspirapolvere, il temporale, o la porta che sbatte per il vento farà un grande, ma inoffensivo, rumore.
Paura di essere abbandonati
Quella dell’abbandono è forse la più grande paura dei bimbi piccoli. Essi infatti, non avendo sviluppato il senso del tempo, e non comprendendo il concetto di “ritorno”, interpretano ogni temporanea assenza di mamma e papà come una scomparsa. Quando piangono di notte infatti, non è perché sono spaventati dal buio o da mostri nell’armadio (paura che si svilupperà più avanti), ma dal fatto che mamma e papà non sono al loro fianco. È bene che prima di ogni “sparizione” i genitori rassicurino i bambini sul loro ritorno, dandogli anche dei riferimenti concreti che possono comprendere più facilmente. Ad esempio, quando portate il bambino all’asilo, invece che dirgli “torno a prenderti alle 16.00”, potreste dirgli “torno a prenderti quando suona la campanella”.
La realtà, spesso, spaventa il bimbo ma anche le creature immaginarie, mostri di ogni sorta e oggetti misteriosi e parlanti. Come mai? Queste paure nascono dalla sua fantasia, dalle sue insicurezze. Per il bambino, ogni oggetto è vivo: se, per esempio, inciampa e finisce contro un tavolo, è questo ad avergli fatto male.
Tra le paure ci sono, poi, quelle legate a momenti particolari della sua crescita: lo svezzamento, l’entrata al nido o alla scuola dell’infanzia, ad esempio, sono momenti di passaggio assolutamente critici.
Come reagire a queste fasi?
Occorre accettare il fatto che le sue paure siano legittime. Non serve forzarlo a diventare coraggioso, anzi è controproducente perché il bambino si sente incompreso.
Rispettate i suoi tempi e ascoltate con attenzione (e disponibilità) i racconti delle sue paure. Mostrare interesse. Dovete diventare alleati di vostro figlio: spiegazioni come “dai, non c’è nulla di cui avere paura” non servono a niente. Dovete rassicurarlo diventando complici, il piccolo supera tutti gli ostacoli quando una figura lo accompagna.